Riconoscono il loro nome e le emozioni di noi umani, e si affezionano a noi non meno dei cani: ecco tre ricerche che ci raccontano qualcosa in più dei nostri amati felini e della loro intelligenza sociale.
Dei cani, si sa, sembriamo conoscere ogni segreto. Mentre per quanto riguarda i nostri amici gatti, un po’ per la loro natura più inafferrabile e un po’ per alcuni stereotipi o pregiudizi che li riguardano, sappiamo molto meno. Ci sono, però, tanti ricercatori che hanno invertito la tendenza e iniziato, da alcuni anni, a osservare e testare l’intelligenza sociale dei felini. E i risultati sono stati impressionanti… anche se non stupiranno chi ama i gatti o convive con loro!
Scopriamoli insieme.
I gatti riconoscono il loro nome e i nomi dei loro famigliari
Che il gatto sappia farsi ascoltare, modulando il miagolio in base alle esigenze, è ben documentato. Ma il nostro pelosetto sa il suo nome? E conosce il nostro? A queste domande ha risposto un’interessante
ricerca giapponese.
I ricercatori, che hanno studiato due gruppi di gatti (uno di pet domestici e l’altro di mici provenienti dai Neko Cafè, ovvero bar dove è possibile passare del tempo in loro compagnia), hanno scoperto che tutti i felini distinguono il loro nome da altre parole casuali, anche quando pronunciato da un estraneo. Con un’unica differenza: quelli dei Neko Cafè sono stati leggermente più lenti nel capirlo (forse perché abituati a sentir pronunciare più nomi insieme).
Un altro
studio ha invece dimostrato che i nostri amici a quattro zampe sono capaci di imparare il nome di chi vive con loro. In questo caso, gatti domestici e dei Neko Cafè sono stati coinvolti in un esperimento di associazione tra immagini e suoni. A ognuno è stata mostrata la foto di un gatto suo coinquilino, accompagnata dalla voce registrata del proprietario. In alcuni casi, la voce pronunciava il nome del pet nella foto, in altri un'altra parola. Lo stesso esperimento è stato ripetuto anche con foto di amici umani (famigliari o il proprietario del Neko Cafè). E sorpresa! I gatti domestici hanno reagito quando si sono trovati di fronte alla corretta associazione. Mentre le associazioni sbagliate… li hanno lasciati stupiti! Quelli dei Neko Cafè hanno anch’essi reagito, ma in maniera più moderata.
I gatti si affezionano alle persone non meno dei cani
Alla
Oregon State University i ricercatori hanno messo alla prova lo spirito sociale dei gatti per sfatare il mito che il felino sia creatura solitaria che aspetta solo di essere servita e riverita! Da alcuni esperimenti è emerso, infatti, che i mici si affezionano a noi non meno dei cani. Sono solo semplicemente meno espansivi!
I ricercatori hanno reclutato 79 gattini e 38 gatti adulti. Animali e proprietari sono entrati insieme in una stanza sconosciuta. Dopo poco, il pet è stato lasciato solo per qualche minuto. Poi il proprietario è rientrato. Alla fine dell’esperimento gli esperti hanno osservato che i gatti più legati al proprio padrone (oltre il 65% di entrambi i gruppi) hanno superato velocemente incertezza e stress nei confronti dell’ambiente nuovo. Quando il padrone era fuori, si erano infatti agitati, per poi calmarsi e riprendere l’esplorazione in seguito al suo rientro. Questo ha dimostrato che l’esplorazione del territorio è stata possibile principalmente perché il gatto si sentiva protetto. In poche parole sapeva di essere in stanza con chi poteva prendersi cura di lui in caso di imprevisti!
I gatti adattano molti comportamenti alle emozioni dei loro proprietari
Nel 2015 una
ricerca ha rivelato un’informazione molto interessante: anche i gatti adattano molti comportamenti alle emozioni dei loro proprietari. E lo ha fatto attraverso un esperimento curioso.
In questo caso, ai gatti che hanno partecipato allo studio con i loro proprietari, è stato mostrato un oggetto. Tale oggetto aveva il compito di suscitare emozioni positive nella metà dei proprietari e negative nell’altra metà. I risultati finali hanno dimostrato che c’è stata un’importante “trasmissione di emozioni”.
Non solo durante l’esperimento i gatti hanno più volte osservato i loro umani (prima o dopo aver guardando l’oggetto), quasi a cercare nel loro sguardo un punto di riferimento o una risposta, ma nel 79% dei casi è stata evidenziata una regolazione comportamentale che rifletteva l’emozione del proprietario. L’entusiasmo e la curiosità delle persone hanno, infatti, aiutato il micio a essere più interessato e indagatore! Mentre sentimenti negativi hanno suscitato circospezione e dubbi. Straordinario, vero?